Il gingol quotidiano di Radio Giovedì e'

giovedì 18 novembre 2010

Obolo a Radio Giovedì

Si chiama Obolo di Radio Giovedì l’aiuto economico che i fedeli offrono a Primo Giovedì che nonostante la sua giovane età pare già essere in odore di santità e di alcool.
L’Obolo non è altro che un segno di adesione alla sollecitudine del successore della Trinità, non quella con Terence Hill ma questa:
  1. Dio (inteso come tutte le divinità universalmente più diffuse: Geova, Allah, Buddha, Ganesh, Silvio)
  2. Linus
  3. Mike Bongiorno
Tale Obolo serve per far fronte alle molteplici necessità che il mondo Radiografico quotidianamente incontra e per le opere di carità in favore dei più bisognosi (Ruby in testa, Cristiano Malgioglio ed Emilio Fede in coda) in cui Primo Giovedì si prodiga.

Nasce 1000 e 1 notti fa la pratica di sostenere materialmente, alcolicamente e sessualmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo di Radio Giovedì (che, per i più storditi, sono Primo e Secondo Giovedì), perché possano impegnarsi interamente nel loro ministero, prendendosi anche cura dei più bisognosi (cfr Atti degli Ubriachi 4,34; 11,29).
Come potrete immaginare, tutti i taccagni Radiolettori che invece decideranno di astenersi dall’obolare a favore di Radio Giovedì, l’unica radio che non aiuta le vecchiette ad attraversare la strada, verranno senza ombra di dubbio colpiti da una delle dieci (15) piaghe di Radio Giovedì (a inderogabile scelta di Primo e Secondo).

Nel primo anno del suo operato, Primo Giovedì ha voluto sottolineare il particolare significato dell’Obolo:
“L’obolo di Radio Giovedì è l’espressione più tipica della partecipazione di tutti i Radiolettori alle iniziative di bene di Radio Giovedì nei confronti dell’Universo inteso nella sua interezza. E’ un gesto che ha valore non soltanto pratico ma anche fortemente simbolico, come segno di comunione del fedele Radiolettore con Primo Giovedì e di attenzione alle necessità di Secondo Giovedì; per questo il vostro servizio possiede un valore squisitamente squisito” (tratto da “Discorso ai Soci del Circolo della Birra”, 25 febbraio 2010).
Cosa aspettate, fedeli Radiolettori, obolate tutti insieme intonando a voce sguaiata:

Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia Alleluia, alleluia, alleluia.
La nostra birra non deve finire, non deve finire e non finirà
La nostra birra non deve finire, non deve finire e non finirà
Perché la festa siamo noi che beviamo con te,
perché la festa siamo noi, bevendo insieme così…
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia Alleluia, alleluia, alleluia.

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