Il gingol quotidiano di Radio Giovedì e'

giovedì 7 aprile 2011

Primo Giovedì tradisce Ruby

Sobri Radiolettori,
Primo Giovedì ha incontrato la somelier Adua Villa, l’ha sedotta, conquistata e, dopo averle fatto scolare 12 bottiglie della nuova Beer Bone, l’ha abbandata di fronte agli studi romani de La Prova Del Cuoco con una rosa e 10 euro in mano.

Ecco la lettera di addio che Adua ha recapitato in redazione stamattina:


Radio Giovedì produce birra di qualità da quattro generazioni e mezza.
In questa Beer Bone appena uscita dallo stabilimento, che abbiamo voluto l’onore di assaggiare, Primo Giovedì ha portato la propria esperienza millenaria in fatto di sbronze senza voler stravolgere il lavoro che da tanti anni viene portato avanti dalla famiglia Giovedì, ma ben integrandosi nella linea di questa birra rispettando l’aspettativa dei bevitori occasionali come quella dei bevitori più incalliti (lo stesso Primo Giovedì).

Questa birra è ottenuta dalla scelta dei migliori orzi raccolti esclusivamente a mano, solo nelle annate migliori e solamente se è stato pronunciato il fatidico dictat di Primo: “andate e raccoglietelo tutto, figa!”.

Nel bicchiere la Beer Bone è concentrata, colore giallo paglierino tanto giallo da essere quasi più giallo del giallo limone.
Al naso si notano sentori di maresca, confettura di more, netta speziatura che richiama il chiodo di garofano ed il pepe bianco.

A spazzi cacao e ciliegia sotto spirito.
A St. Morriz, invece, neve primaverile.


In bocca è potente, fulmicotonica, eppur dotato di eleganza artigianale netta. Buona l'acidità che equilibra un corpo decisamente muscolare, sodo e nervatico: esattamente il risultato che voleva ottenere Primo.
Molto piacevole se abbinato ai giusti piatti, questa è una birra buonissima da abbinare a portate semplici ed estive: peperonata, stinco di maiale al forno con patate, un carrello di bolliti misti, arrosti di cortile come oca od anatra, il panino Big King XXLL di Burger King, la polenta concia, fagioli e salsiccia, oppure piatti di cacciagione da pelo (sia corto che medio ma non lungo).

Il breve appassimento in bottiglia si nota, eccome se si nota!, così come il residuo zuccherino, aggiungendo alla solita birra note intriganti e un po’ maliziose, mai caricaturali o voglari come spesso capita per birre simili o vallette di prima serata.


Parola di Adua Villa.

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