Il gingol quotidiano di Radio Giovedì e'

giovedì 28 ottobre 2010

Primo Giovedì Cavaliere del Lavoro

La Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro al galoppo con la controfigura del nostro amatissimo, accondiscendente e ronfante Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno firmato oggi, giovedì 28 ottobre 2010, i decreti con i quali, su proposta del Ministro ad interim dello Sviluppo Economico, onorevole dottor Silvio Berlusconi, di concerto con il Maestro Giovanni Allevi e il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dottor Giancarlo Galan, Primo e Secondo Giovedì sono stati nominati Cavalieri del Lavoro.

Ricordiamo che l'onorificenza, che da oggi ingombra la parete detta “wall of fame” della redazione di Radio Giovedì, viene concessa ogni anno dal Presidente della Repubblica a tutti gli imprenditori che si sono distinti nei settori dell'industria, del decupage, dell'agricoltura, del commercio di fumo (sia al dettaglio che all’ingrosso), del turismo sessuale in paesi in via di sviluppo, dei servizi igienici, dell'artigianato pakistano sfruttato e sottopagato, della radiofonia, della prostituzione, delle attività creditizie/assicurative/usuraie, con importanti ricadute nel sociale e in particolare nell'occupazione di manovalanza extracomunitaria sommersa.

Il processo che ha portato alla nomina di Primo e Secondo Giovedì è stato naturale e indolore.
Primo e Secondo hanno risposto, annuendo, ai numerosi requisiti dell’istruttoria che elenchiamo per non affaticare troppo le vostre stanche e scricchiolanti sinapsi anzitempo allentate dallo smodato utilizzo di LSD, acidi vari, MDMA, ecc. in età scolare:

  • la "singolare benemerenza nazionale", ovvero essere benvoluti da almeno l’88,5% della popolazione italiana dai 3 ai 121 anni;
  • l’aver compiuto opere capaci di influenzare l'economia nazionale, i gusti dei metallari, le abitudinidi Maurizio Belpietro, i sentimenti di Sandro Bondi e di Maria De Filippi;
  • l’aver svolto opere intese all'elevazione economica e sociale dei lavoratori contribuendo all'eliminazione dei divari esistenti in particolar modo tra rumeni, bergamaschi e muli;
  • l’aver operato per lo sviluppo e la cooperazione in aree e in campi di attività economicamente depressi quali la Basilicata, la Slovacchia, Piffione e la mente di Angelino Alfano.
  • l’aver operato nel settore della radiofonia, della produzione di birra e della mignotteria in via continuativa e per almeno venti anni con autonoma irresponsabilità;
  • l’aver adempiuto (controllate pure sul De Mauro ma vi assicuriamo che anche se suona male è il corretto participio passato del verbo adempiere. Tuttavia ultimamente viene tollerata anche la forma “adempito”) agli obblighi tributari, aver soddisfatto sessualmente le Radioline e per quanto riguarda gli obblighi previdenziali ed assistenziali aver verificato quotidianamente lo stato dei criceti impiegati per produrre l’energia elettrica pulita;
  • il non aver svolto in Italia o all'estero attività o comportamenti lesivi della propria e altrui dignità quali aderire al movimento dei Testimoni di Geova, bere birra Beck’s, seguire il blog di SoloMacello, masturbare pecore...

Solitamente le onorificenze vengono consegnate ai neo-Cavalieri del Lavoro nel mese di dicembre al Quirinale ma nel caso di a Primo e Secondo Giovedì, il Presidente della Repubblica si recherà personalmente nella redazione della Radio più insignita dell’universo radiofonico.

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giovedì 21 ottobre 2010

Il prodigo Secondo Giovedì (one week later)

Screanzati Radiolettori, per fare un pò di ordine nel caos primordiale che regna tra i vostri neuroni e far un pò di chiarezza nel buio pesto della vostra memoria, oggi vi raccontiamo brevemente cosa è successo questa settimana, ovvero 7 giorni esatti dopo aver ricevuto la missiva non affrancata di quel mentecatto di Secondo Giovedì. Ora mettetevi comodi, stappatevi una fresca Beer Bone, inserite la ormai macilenta cassetta di Bryan Adams “Reckless” nel mangianastri, rilassatevi e godetevi la storia.

Come ben ricorderete, smemorati Radiolettori, pochi giorni dopo l’Ultima Sbronza, Secondo Giovedì, il fratello venuto meno bene della famiglia Giovedì, raccolto ogni suo avere abbandonò la redazione e se ne andò in un paese lontano, ancora più lontano di quanto tu, inconscio Radiolettore, stia pensando. Secondo fonti accreditate Secondo si rifugiò a Piffione, ai più noto come Centro Universale di Lubriche Oche (CULO), piovoso, triste e desolato borgo in terra bresciana vicino a Bettole dove, secondo un'antica tradizione, si sarebbero ferrate le oche con i martelli di paglia. Questa la dice lunga sul posto e sui suoi abitanti...
Ma non divaghiamo. A Piffione, con la liquidazione di Radio Giovedì, Secondo visse dissolutamente in una comune abitata da strana gente: messicani, indiani, filippini e Sandro Bondi. Tra offerte compulsive alla chiesa Cristiana Cattolica e giocando azzardatamente d’azzardo a Subbuteo con lestofanti autoctoni, Secondo si ritrovò da un giorno all’altro con le pezze al culo (leggi anche: in bolletta).
Ma il detto “la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo” è molto più vero di “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” (pare infatti che a causa di una errata interpretazione di una consonante del testo originale, la gomena -gamta- della parabola sia diventata un cammello -gamal-. In tal modo il gioco di parole ha perso l'attinenza che aveva con i pescatori del Lago di Tiberiade. Di conseguenza, nel testo greco la parola incriminata è "cammello" da "kamelos", invece che "grossa fune"e cioè "kamilos").
Ma bando alle ciancie, dicevamo che Secondo, cammello o grossa fune che fosse, una volta che ebbe speso tutto -e quando diciamo tutto intendiamo proprio tutto, anche i pochi euro guadagnati vendendo al mercato di Piazza Castello a Borgosatollo i vestiti di paiette, il boa di struzzo rosa shocking e la sciarpa verde a quadretti dono di Primo Giovedì- in quel paese sopraggiunse una grave malattia (la diarrea dei volatili) ed egli, senza un soldo per acquistare una cerata o un misero k-way cominciò ad essere nel bisogno (leggi anche: in un mare di merda).
Allora Secondo andò a parlare con Maicol, lo stronzino di Piffione, che accettò a fargli un prestito a patto che lavorasse per lui nei campi a pascolare i maiali.
Ma le cose non miglioravano: i piccioni cacavano come oche ripiene e nei campi non v’era altro che guano e maiali.
Allora, un pomeriggio, trovato rifugio sotto una pianta di cachi di colpo rinsavì e si disse: "Ma che cazzo sto facendo? Quando ero a Radio Giovedì avevo birra in abbondanza mentre ora muoio di sete, avevo gnocca in ogni mano mentre ora ho solo guano di piccione, avevo intorno delle gran maialone... beh, quelle anche adesso! Poco male, mi leverò, mi laverò dal guano, andrò da Primo Giovedì, e gli dirò: Primo, scusa la puzza di guano, ma a Piffione i piccioni hanno la diarrea. Voglio che tu sappia che ho peccato contro la Radio, davanti e dietro di te... e quindi non sono più degno di essere chiamato tuo fratello; trattami come un comune Testimone di Geova della domenica mattina. Questo è quello che mi merito”.
Egli dunque si levò, si lavò, cantò, ballò per un po’ e andò da Primo. Ma mentre era ancora lontano dalla redazione, Primo lo vide, lo riconobbe (nonostante la capigliatura a metà tra una Amy Winehouse appena alzata e Paolo Migone prima di coricarsi) e cambiò strada. Non ne ebbe per niente compassione, diversamente da quello che tutti si sarebbero aspettati avendo già letto una storia simile...
Quindi Primo corse negli studi di registrazione e si stappò una dozzina di Beer Bone. Ma mentre tracannava la tredicesima, uscendo un attimo dal copione ed entrando in un altro, fu folgorato su Via Damasco (come Saulo, aka San Paolo) e, pervaso dalla nostalgia per i vecchi tempi andati, una lacrima scese dall’occhio di Primo (si scoprì poi essere stata causata da una congiuntivite, ndr), ricordando quando le Beer Bone venivano tracannate in compagnia di Secondo Giovedì.
E proprio in quel frangente, come nei migliori film americani, il campanello della redazione suonò.
Primo si commosse, i bypass cominciarono a suonare come il jackpot di una slotmachine di Montecarlo e con le lacrime agli occhi andò ad aprire la porta: era però una coppia di Testimoni di Geova in vena di chiacchiere e quindi, deluso, Primo richiuse subito la porta.
Ma ormai nel cuore di Primo l’argine che conteneva le lacrime era ormai rotto. Uscì dalla redazione e andò in cerca di Secondo Giovedì, sapendo bene dove cercarlo: da Peppuccio, al bar della Darsena!
I loro sguardi si incrociarono. A Primo si gelò il sangue, a Secondo la mano in cui teneva la Beck’s Next appena presa dal frigo. Dopo qualche secondo di esitazione Primo ruppe gli indugi e gli si gettò al collo baciandolo, come un tempo, lungamente e appassionatamente (e anche con un po’ di lingua) dietro l’orecchio destro.
Il fratello prodigo al secolo Secondo Giovedì allora disse: "Fratellone, ho peccato contro la Radio e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo fratello e...".
Primo lo interruppe con un gesto eloquente della mano e disse: “Secondo, tu non sei mio fratello; è proprio per questo che non ti chiamo fratello, cazzo!”
E Primo, non riuscendo più a contenere la sua ebbrezza per le tredici Beer Bone ingurgitate, disse alle sue Radioline: "Spogliatevi nude e portatemi due Beer Bone... facciamo tre, una la darò a Secondo!”.
Quando le ebbero bevute, aggiunse: “Portate qui il microfono più bello, mettetegli un’altra Beer Bone in mano e conducetelo in redazione.
Poi prendete quel grosso ammasso di pulci e ciccia che abbaia in continuazione nel cortile del vicino, ammazzatelo e cuocetelo allo spiedo; berremo e ci rallegreremo tutti, perché Secondo era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
Ci fu una grande festa a base di peperoni ripieni, melanzane grigliate, caponata, fagioli, hot dog e birra ghiacciata.

Morale: un fratello per quanto caro può sempre tradirti, una Beer Bone, per quanto cara, no!

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giovedì 14 ottobre 2010

Il prodigo Secondo Giovedì

Come ricorderete, smemorati Radiolettori, il giorno 8 settembre 2010, in occasione dell’Ultima Sbronza, Secondo Giovedì ci ha abbandonato... senza per altro finire la birra e soprattutto senza pagare il salato conto!

Ma quello che sicuramente non potete nemmeno lontanamente immaginare, limitati Radiolettori, è quello che abbiamo trovato stamattina nella nostra buchetta delle lettere:
  • due (4) minacce di morte,
  • una testa di capretto,
  • una di cavallo,
  • due (5) teste di cazzo (queste abbondano sempre),
  • due dildos vibranti realistici in pacco anonimo,
  • una (2) lettera strappalacrime da “C’è posta per te”...
... proprio così, stupiti Radiolettori, in redazione abbiamo una buchetta delle lettere molto capiente!

Ah, per Giunone, dimenticavamo che erano due le “lettere strappalacrime” e, come avrete ormai capito, oggi pubblicheremo la seconda “lettera strappalacrime”, quella che riporta come mittente nientepopòdimenoche [rullo di tamburi e fuochi pirotecnici]: Secondo Giovedì. 
Ecco a voi, sensibili Radiolettori, le parole che hanno commosso anche Maurizio Belpietro e Annamaria Franzoni.

Caro Primo,
ho ancora il cuore straziato dal dolore, le unghie dei piedi lunghe e gli occhi gonfi per questa cazzo di congiuntivite che non se ne vuole andare. Da quando sono scappato dalla redazione di Radio Giovedì ho trovato riposo e ristoro (ma non pace) presso una comune di messicani, indiani d’India e filippini delle Filippine. Dal giorno successivo al mio arrivo tra queste genti le emorroidi non mi danno tregua. Credimi, stare in piedi senza mai potersi sedere per 24 ore al giorno è sicuramente stremante ma la cosa che più mi manca in questi giorni è la fig... [parte illeggibile a causa macchia di gazpacho].
Oh Primo, voglio che tu sappia che non è trascorso giorno da quella fatidica cena senza ripercorrere con la mente quei terribili attimi in cui si è compiuto il mio vile tradimento ma voglio anche
che tu sappia che questa è la prima volta che utilizzo un vocativo da quando ho finito il liceo. Ancora oggi non mi spiego quale oscura forza maligna abbia potuto guidare la mia mano a sostituire la caraffa di Beer Bone con una di comunissima e terribile Beck’s, tra l’altro nemmeno Next, e servirti quell’amaro calice, ma una cosa è ora certa: Primo, ho perso il filo del discorso.
La farò quindi più breve di quanto avrei voluto e salterò volutamente tutta la parte in cui ti chiedo umilmente scusa, in cui mi dispiaccio, in cui dico che avrei voluto non compiere mai quel gesto e che vorrei non aver mai scelto Barabba al posto tuo, blàblàblà...
Dunque, Primo, ti chiedo umilmente scusa, mi dispiaccio fino all’esaurimento nervoso per quel terribile gesto che avrei voluto non compiere mai. Primo, so che, a destra dei tuoi tre bypass, in fondo al tuo enorme cuore, reso ipertrofico dall’ipertensione mai curata, c’è ancora spazio per accogliere con misericordia un tuo fratello che si è smarrito e smaronato. Ti chiedo ora, in tutta umiltà, unica cosa che mi è rimasta oltre alle emorroidi e alla congiuntivite di cui ti parlavo poco prima, di poter tornare in redazione e, se mi passa il bruciaculo, tornare a sedere nuovamente al tuo fianco per ricostituire insieme le fondamenta di una sana, sbronza e duratura amicizia.

Tuo eterno Secondo

PS: cazzo, scusa Primo, mi sono accorto solo ora di non aver i soldi per affrancare la missiva... spero tu possa capire e perdonare.

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giovedì 7 ottobre 2010

Richiesta informazioni per Superman

      --------- Forwarded message ---------- 
      From: Primo Giovedì  
      Date: 2010/9/15, 12:56 
      Subject: Richiesta informazioni 
      Caro collega Superman, chi ti scrive sono le sapienti dieci (20) dita di Primo Giovedì, l'unico supereroe che non necessita di un costumino alla Village People: un calice colmo di Beer Bone e un walkie-talkie gli sono più che sufficienti per aiutare tutte le persone in difficoltà senza distinzione alcuna. In particolare Primo Giovedì (PG per comodità) aiuta: 1) vecchiette sbronze di Rosolio alle 10 di mattina ad attraversare la strada 2) avvocati che perdono per pochi secondi il tram e, per la fretta di arrivare in orario al lavoro, si pezzano le ascelle già di prima mattina 3) negri che chiedono l'elemosina fuori dalla Esssssssssssssssssssse (abbiamo reso irriconoscibile il nome del supermercato per non fare della pubblicità occulta, ndrg) di Viale Cassala ... no, un momento. Adesso non esageriamo: il negro dell'Esssssssssssssssssse proprio no! Qui a Radio Giovedì abbiamo sempre creduto ai supereroi. A Dio e ai supereroi. Però come serie a fumetti io ho sempre preferito i supereroi, perchè Dio è amore e l'amore è letteratura da femminucce... no dai, scherzavo: abbiamo sempre preferito i supereroi perchè Dio non esiste! Ma torniamo a noi, Superman. Ho trovato casualmente il tuo indirizzo email scritto nei cessi dell'autogrill di Modena Nord mentre stavo abbandonando CANE e ho deciso di scriverti per chiederti alcune cose sul tuo conto che mi hanno sempre incuriosito... Devi sapere che tra tutti i supereroi che conosco, nella mia classi-fica di gradimento, tu sei al secondo posto. Ovviamente al primo c'è il Tenente Cristoforo Colombo (che ti supera di 2 lunghezze) e al quale avrei di gran lunga preferito scrivere ma il suo agente non ha voluto darmi il contatto mail. Giusto per onor di cronaca, caro Superman sappi che dietro di te, al terzo posto, c'è Gesù Christo (per comodità G.C.)... e io, fossi in te, ad aver dietro quell'ebreo capellone scalzo e nasone non sarei troppo tranquillo. In ogni caso, caro Superman, di te mi affascina tutto. In particolar modo: 
      • il tuo essere nerd senza essere troppo sfigato
      • la tua tutina azzurra senza essere troppo gay
      • la tua passione per le mammelle di Lois Lane ma non per quelle delle altre topolone niuiorchesi
      • il tuo ciuffo impomatato senza somigliare troppo a Little Toni ma più a Fonzie
      • il tuo feticismo per le cabine del telefono
      ... ecco, a proposito di questo, volevo sapere una cosa da te: da quando hanno tolto tutte le cabine telefoniche dove vai a metterti la tutina? Non mi dire che usi i cessi del MacDonald's perchè sarebbe veramente una caduta di stile e ci rimarrei molto, ma molto male. Anche perchè da qualche tempo sono a pagamento! I cessi ovviamente. 
      Caro Superman, non sapere dove vai a cambiarti adesso è un dubbio che mi attanaglia e che spesso non mi lascia dormire la notte (che ti ricordo essere la parte del giorno senza la luce del sole) come quando, in giovane età, ho casualmente scoperto la pagina dell'intimo femminile su Postalmarket. 
      Comunque, fammi sapere.
       
      Con immutata stima, 
      Primo Giovedì 
       
       
      N.B.: salutami Robin! 
Nella foto, Superman di ritorno dalle vacanze

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