Il gingol quotidiano di Radio Giovedì e'

giovedì 28 aprile 2011

L'automobile a BeerBone

Da sempre, o almeno da quando nel 4884 a.C. Yassus da Dominax ispirato da Cirus Lu Mulu ha inventato la ruota (vedi: La storia secondo Radio Giovedì) e da quando nel 1854 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci gli hanno aggiunto un motore, l’uomo ha cominciato a festeggiare il lunedì di pasquetta fuori porta, riempiendo l’automobile di cotolette, peperonate, bambini festanti, panini, insalata russa, salumi, nonni, tavolini, barbeque (ndr. barbecù), parenti, birra a fiumi e alcolici di ogni tipo e felicemente picniccheggiando in agresti campi bucolici insieme ad altri milioni di persone.


Da un’ANSA appena giunta in redazione copiamo e incolliamo per pigrizia un comunicato stampa come fossimo veri e proprio giornalisti:
“Da sempre l’idrogeno è uno dei combustibili maggiormente disponibili nell’Universo (appresentando, da solo, il 75% della materia) e si trova abbondante nelle stalle, nelle stelle e nelle lattine di CocaCola.”


Solo una mente malata e sobria o Sandro Bondi sbronzo, alla luce di queste due considerazioni, potrebbe arrivare a pensare di alimentare uno dei mezzi più importanti per il trasporto di persone e birre il lunedì di pasquetta con il combustibile più diffuso nell’universo. Infatti sussistono motivazioni di carattere tecnico e logico talmente elementari per capire l’idiozia di questa idea che anche Gasparri vestito da pirata senza benda sull’occhio sinistro arriverebbe a comprendere. Forse.


Per sopperire a questa ignoranza galattica, Primo Giovedì ha inventato e presentato alla Fiera della Birra di Rimini l’automobile alimentata a Beer Bone.
Grazie all’intervento della nostra tuttologa Angela Piera, vi spiegheremo come mai questa invenzione è destinata a sconvolgere l’attuale ordine cosmico.

Lasciamo parlare i fatti.


Innanzitutto la BeerBone è notevolmente più combustibile della normale benzina, dell’idrogeno e persino della borovička. Basti pensare che per bruciare benzina serve un fiammifero, per incendiare borovička è necesaria Lucia (più comune è la situazione contraria), per incendiare l’idrogeno non ci è dato saperlo, ma per dar fuoco a una Beer Bone è sufficiente pochissima forza di volontà; inoltre il fronte di fiamma della Beer Bone, rispetto agli altri combustibili prima elencati, si propaga molto più velocemente (circa 265 kilojoule/sec anche in condizioni di strada non asfaltata rispetto ai 40 joule/sec per la benzina) e dura molto più a lungo (circa 265 giorni/litro rispetto ai 40 giorni/litro per la Duracel e i 23 giorni/litro della Durex).
In ogni caso, a parità di volume, la BeerBone è caratterizzata da minore energia, ma più frizzantezza.  E in più ha un gustoso aroma di impianto petrolchimico (fortemente voluto e ricercato da Primo Giovedì durante la produzione).
A differenza dei combustibili fossili, la BeerBone rientra in un ciclo perfettamente equilibrato. La BeerBone estratta dalle bottiglie per elettrolisi viene liberata, dopo l’uso, nuovamente sotto forma di BeerBone che rientra nel ciclo sanguigno del guidatore, che si trova così sobrio e quindi felice per l’intera durata del viaggio.

In conclusione è oggi finalmente possibile guidare un'automobile a BeerBone: poco inquinante e super festante! Per una completa sostituzione del parco circolante saranno necessari diversi decenni in cui vedremo circolare contemporaneamente automobili a idrogeno, gas GPL o metano, benzina, diesel, biodiesel e Beerbone, ma quelle a Beerbone le riconoscerete perchè saranno le più belle.

Primo e Secondo Giovedì su un prototipo della nuova auto a BeerBone


E per finire, un appello dalla Redazione di Radio Giovedì.

Primo. Presente.
Secondo. Presente.
Radioline. Presenti.
Maicol. Presente.
Cervello di Maicol. Assente ingiustificato.


E anche per oggi dalla Redazione di Radio Giovedì è tutto.

Continua a leggere...

giovedì 21 aprile 2011

Primo Giovedì nell'Iper Spazio

Fantascientifici Radiolettori, fantascienti-belle-fiche Radiolettrici, cara Lady Gaga.

Come avrete certamente appreso dall’orribile doodle di Google di qualche settimana fa, Yuri Gagarin 10 lustri nel passato (per i meno ferrati, il 12 aprile del 1961) diventò il primo uomo (nonchè il primo comunista) a orbitare nello Spazio.
Anche se non avremmo voluto, siamo costretti dalla par condicio a dirvi che anche i fascisti riuscirono in un’impresa che ha dell’incredibile: furono proprio i fascisti i primi uomini a raggiungere Marte ma solo nel 2006... si sa, i fascisti sono un pò più lenti ma molto più ambiziosi di tutto il resto del genere umano (esclusi dal genere umano ovviamente sono: Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Angelino Alfano, Roberto Maroni, Renzo (prrrrrrrrrr) Bossi).

Ma torniamo a noi e a culo la par condicio.
Si sa, ingenui Radiolettori, quello che ancora ignorate è tanto ma, Primo su tutti, ignorate che giovedì scorso, 14 aprile 2011, Primo Giovedì è stato il primo digei sbronzo a viaggiare nell’Iper Spazio.

La notizia non ha ancora fatto il giro del mondo perchè bloccata nel frigorifero del reparto informatico di Radio Giovedì che non ha ancora avuto tempo per cambiare la testata del sito. Siamo comunque fiduciosi che una volta vuotato il frigo dalle ultime 1267 bottiglie di Beer Bone, qualcuno possa a trovarla. Inoltre, una equipe di tecnici sta alacremente lavorando al progetto. Ecco una bozza del loro duro lavoro:


A distanza di una settimana dall’evento, la redazione di Radio Giovedì è orgogliosa di darne pubblico annuncio riportando in questo post le parole di Piero Angela:
 
 
Angela in una immagine di repertorio

“E' stato Primo Giovedì a vedere per la prima volta il nostro pianeta in sei dimensioni (ndr. una per ogni grado alcolico della Beer Bone) comodamente adagiato su un triclino stile impero in una comodissima suite della enorme capsula a forma di bottiglia (o supposta, dipende dal punto di vista) dove sarebbe entrato comodamente anche Giuliano Ferrara. O forse il contrario...
Il viaggio di Primo è durato solamente 8 secondi nella sua BeerBoneSpaceEnterpriseShuttle 1.3 (chiamata per comodità BeerBoneSpaceEenterpriseShuttle) giusto il tempo di un paio di birre, tracannate alla velocità di circa 28mila kilojoule al secondo.
Il viaggio di Primo Giovedì nell’Iper Spazio non solo ha dato inizio all’esplorazione di mondi inimmaginabili per persone con scarse capacità di immaginazione (ndr. Maicol su tutti, Sandro Bondi ed Emilio Fede rispettivamente secondo e terzo). Questa impresa ha dato al mondo la speranza di di raggiungere nuove frontiere e poter contare su nuove forme di vita più intelligenti di quelle dell’attuale governo o, anche più semplicemente, di poter contare sulle proprie dita dei piedi (ndr. non bastassero quelle delle mani).
Infatti, Primo Giovedì, pionere dell’Iper Spazio e ovviamente dell’Iper Gnocca, ha compiuto il "primo passo" verso un paio di conquiste (queste ancora da ottenere), sicuramente molto più impegnative e asciutte che entrare al Killer Killer Plastic il sabato sera:
  1. il viaggio nell’Iper Uranio platonico! Sebbene Platone stesso, ideatore del concetto di Iper Uranio, lo descrisse come meta raggiungibile solo dall'intelletto, non tangibile dagli enti terreni, le poste, gli stronzi, i corruttori, i corrotti e i corruttibili, esso ancora non aveva conosciuto il genio terreno di Primo Giovedì, il quale, grazie ad una sonda alimentata con una miscela di BeerBone e Mentos, conta di conquistare il Mondo Delle Idee prima della messa in onda della prossima puntata del Tenente Cristoforo Colombo (domenica alle ore 18.30 su Rete Quattro, dopo il TG dell’inossidabile Emilo Fede).
  2. il viaggio nell’Iper Coop di Piazzale Lodi la domenica prima di Natale.”


Per Questo Giovedì è tutto, la Redazione di Radio Giovedì vi saluta augurandosi di trascorrere bene il resto della settimana.

Continua a leggere...

giovedì 14 aprile 2011

Circolare di Redazione

Come ben saprete, Primo e Secondo Giovedì in questo periodo sono molto occupati per l’organizzazione dell'evento di beati-fica-zione di Giovanni Paolo II° (per i più sprovveduti: Radio Giovedì ha vinto l'appalto per la distribuzione delle bibite in occasione dell'evento). 
Per questo e altri motivi che non vi diremo (se non a pagamento, e che, comunque, sono indipendenti dalla nostra volontà, dalla nostra sobrietà e dalla nostra verginità -tra l’altro persa in occasione della nostra assunzione a Radio Giovedì-) la trasmissione di Questo Giovedì non andrà in onda.

Dal centro abbronzatura "la tua Africa" per oggi è tutto,

Le Radioline




P.s.: ecco in esclusiva alcune foto gentilmente offerte dalla Redazione di Radio Giovedì che ritraggono Primo e Secondo Giovedì impegnati nelle frenetiche attività di produzione della Santa Bevanda (in sanscrito: Beer Bone) che verrà distribuita per la beati-fica-zione di Giovanni Paolo II°.

Primo e Secondo Giovedì durante la preparazione della Santa Bevanda: la bibita fresca, frizzante e dissetante del fedele osservante!



Primo Giovedì durante la fase di imbottigliamento della Santa Bevanda
Primo Giovedì mentre tappa le bottiglie della Santa Bevanda


Primo Giovedì mentre stappa la Prima Bottiglia della Santa Bevanda




Primo Giovedì mentre versa la Prima Goccia della Santa Bevanda per assaggiarla





Continua a leggere...

giovedì 7 aprile 2011

Primo Giovedì tradisce Ruby

Sobri Radiolettori,
Primo Giovedì ha incontrato la somelier Adua Villa, l’ha sedotta, conquistata e, dopo averle fatto scolare 12 bottiglie della nuova Beer Bone, l’ha abbandata di fronte agli studi romani de La Prova Del Cuoco con una rosa e 10 euro in mano.

Ecco la lettera di addio che Adua ha recapitato in redazione stamattina:


Radio Giovedì produce birra di qualità da quattro generazioni e mezza.
In questa Beer Bone appena uscita dallo stabilimento, che abbiamo voluto l’onore di assaggiare, Primo Giovedì ha portato la propria esperienza millenaria in fatto di sbronze senza voler stravolgere il lavoro che da tanti anni viene portato avanti dalla famiglia Giovedì, ma ben integrandosi nella linea di questa birra rispettando l’aspettativa dei bevitori occasionali come quella dei bevitori più incalliti (lo stesso Primo Giovedì).

Questa birra è ottenuta dalla scelta dei migliori orzi raccolti esclusivamente a mano, solo nelle annate migliori e solamente se è stato pronunciato il fatidico dictat di Primo: “andate e raccoglietelo tutto, figa!”.

Nel bicchiere la Beer Bone è concentrata, colore giallo paglierino tanto giallo da essere quasi più giallo del giallo limone.
Al naso si notano sentori di maresca, confettura di more, netta speziatura che richiama il chiodo di garofano ed il pepe bianco.

A spazzi cacao e ciliegia sotto spirito.
A St. Morriz, invece, neve primaverile.


In bocca è potente, fulmicotonica, eppur dotato di eleganza artigianale netta. Buona l'acidità che equilibra un corpo decisamente muscolare, sodo e nervatico: esattamente il risultato che voleva ottenere Primo.
Molto piacevole se abbinato ai giusti piatti, questa è una birra buonissima da abbinare a portate semplici ed estive: peperonata, stinco di maiale al forno con patate, un carrello di bolliti misti, arrosti di cortile come oca od anatra, il panino Big King XXLL di Burger King, la polenta concia, fagioli e salsiccia, oppure piatti di cacciagione da pelo (sia corto che medio ma non lungo).

Il breve appassimento in bottiglia si nota, eccome se si nota!, così come il residuo zuccherino, aggiungendo alla solita birra note intriganti e un po’ maliziose, mai caricaturali o voglari come spesso capita per birre simili o vallette di prima serata.


Parola di Adua Villa.

Continua a leggere...